rispettAMI! Panchine rosse per Nadia, le parole del Dirigente Scolastico

I segni: l'albero, le pietre, l'angolo per la lettura, la panchina.... Negli ultimi quattro anni  è cresciuto tra noi un insieme di riferimenti, di luoghi, tra loro legati, che segnano un filo rosso, un percorso fatto di cose e di riflessioni.

Il cuore di tanta animazione: il tema del rispetto, che è diventato parte fondante anche dei primi passi che i nostri studenti del biennio compiono per dare profondità e contorno alla loro vita da cittadini.

Nei nostri curricoli di studio abbiamo così declinato il tema del rispetto: rispetto delle cose, dell'ambiente, delle persone.

Perché partire dal rispetto delle cose, apparentemente inerti e mute?

Nei nostri incontri spesso siamo risaliti all'etimologia di questo vocabolo: deriva dal latino respicere, ossia guardare indietro, considerare, aver riguardo. Perché dunque considerare ed aver riguardo delle cose, che sembrano non aver alcun valore, per  poi arrivare alle persone?

Perché la considerazione del più piccolo e semplice frammento della realtà ci porta alle origini della dimensione dell'alterita'. A fronte di essa la nostra volontà di potenza si ritira e contempla, guarda, ascolta, tace. La dimensione del rispetto scaturisce dal silenzio e nel silenzio. Quel silenzio che diventa sguardo che non viola l'altro, che arresta ogni parola ed ogni azione proprio nel momento in cui l'altro non è disponibile al dominio pratico o intellettuale. Rispettare significa non violare, non forzare, non invadere ma addirittura stimare e considerare, non solo e non tanto quando capiamo e condividiamo, ma anche quando ci troviamo confusi e dissentiamo. Il rispetto esiste, informa la realtà quando l'altro si pone di fronte a noi come limite inviolabile, invalicabile, come pura esistenza. A questo punto partire dalle cose, soglia minima di realtà, o dalle  persone non fa la differenza.

Il rispetto è dunque un modo fondamentale di essere al mondo che si sottrae e sottrae l'altro ad ogni forma di violenza.

Questo è quanto è nato dalla riflessione sull'esperienza di Nadia.

Quale eredità da questo percorso ?  Il ricordo di eventi significativi, di incontri pressoché unici accaduti con persone, di contenuti disseminati. Ma soprattutto un' eredità che si apre ad un futuro: sia per questo "seme " del rispetto che continua ad essere gettato, come pure per i progetti e le collaborazioni che ne sono derivate e che si diffondono a macchia d'olio sul territorio, dando vita a molteplici iniziative rivolte a contrastare la violenza di genere.

Se siamo partiti  "pensando a Nadia" , ora dobbiamo dire che Nadia continua ad essere con noi, vivendo di una vita diversa da quella che ci saremmo aspettati e portando frutti inattesi . La sua giovinezza rimane intatta perché con il suo sorriso continua e continuerà a ricordarci che di mancanza di rispetto si può morire, a volte in modo non immediatamente evidente , ma per questo non meno drammatico : perché senza rispetto i rapporti e gli altri si consumano fino a spegnersi.

rispettAMI!

Il Dirigente Scolastico

Prof.ssa Annamaria Pertoldi