Mostra “Elio Morpurgo e altre storie. La deportazione di ebrei anziani dalla Zona di operazione del Litorale Adriatico”

Mostra “Elio Morpurgo e altre storie. La deportazione di ebrei anziani dalla Zona di operazione del Litorale Adriatico”, realizzata dall'Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione


La mostra, sarà aperta dal 29 marzo al 12 aprile 2022 e visitabile nell'area del piano rialzato, lungo la grande vetrata aperta sul giardino interno dell'Istituto Tecnico Zanon di Udine, la scuola dove Elio Morpurgo conseguì il diploma di ragioneria.


Ebrei anziani, innocui, spesso gravemente malati, e nondimeno spietatamente eliminati. Nei territori compresi, dopo l’8 settembre 1943, nella Operationszone Adriatisches Küstenland, i nazifascisti, spinti dal loro delirio di dominio e di “purificazione della razza”, braccavano tutti coloro che ritenevano nemici, senza fare eccezioni.

Quando a Trieste, ad esempio, furono prelevati, per destinarli ai campi della morte, tutti gli ammalati e vecchi ebrei dall’ospedale Regina Elena, da quello psichiatrico e dalla sezione dei cronici, il vescovo Antonio Santin denunciò quell’ulteriore «ventata disumana e violenta» che aveva lasciato «l’impressione più penosa e più rivoltante» in una città ormai «nauseata», ed esclamò: «Anche i barbari si fermano davanti al malato dolente! Con questi sistemi si scavano nuovi abissi».

In quel nuovo abisso fu scaraventato, assieme alle vittime della retata sopra descritta, anche l’ebreo friulano più noto, Elio Morpurgo: catturato all’Ospedale civile di Udine il 26 marzo 1944, trasferito a Trieste San Sabba e da lì deportato assieme a molti altri verso Auschwitz-Birkenau, morì dopo penosissima agonia durante il trasporto, nei pressi di Salisburgo.

Parte proprio dalla sua vicenda la mostra “Elio Morpurgo e altre storie. La deportazione di ebrei anziani dalla Zona di operazione del Litorale Adriatico”, realizzata dall'Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione.

Le “altre storie”, che a loro volta ne rappresentano altre ancora, sono quelle di Laura Castelli, Amelia Levi Coen e Simeone Levi (Trieste), Anna Paola Luzzatto ed Emma Luzzatto Coen Michelstaedter, madre del filosofo Carlo Michelstaedter (Gorizia), Elvira Schoenfeld con la figlia Amalia Piccoli (Cividale del Friuli, dove dal 2007 la Scuola secondaria di primo grado è intitolata a loro) e Leone Jona (Udine).

Drammi tutti unici e analoghi al tempo stesso, che non devono mai ripresentarsi in alcuna forma: e ciò occorre ribadirlo ora più che mai, mentre oscure nubi di guerra, esodi, deportazioni e sterminio incombono sull’Europa.

VALERIO MARCHI, dal Messaggero Veneto del 27 MARZO 2022