Festival Vicino Lontano - Premio Terzani
Nel mese di maggio a Udine si svolge il festival ‘‘Vicino/Lontano-Premio Terzani”, caratterizzato da incontri, dibattiti, conversazioni, conferenze, lezioni, mostre, spettacoli nel centro storico e in alcuni dei suoi edifici più suggestivi, con esperti che si confrontano tra loro e con il pubblico su argomenti di attualitá, in campo economico, sociale, culturale, scientifico e geopolitico, con lo scopo di indagarne le ragioni, i significati, le prospettive.
In data 15 maggio 2022 si è tenuto presso la Chiesa San Francesco l’incontro “Clima, sostenibilitá e scienza: una sfida possibile?” con Marcella Bonchio, Francesco Bisello, Stefano Fantoni, Giorgio Matteucci, esperti in materia, e a moderare Michele Morgante.
I temi trattati si collegano perfettamente con il programma di geografia ed educazione civica, motivo per cui partecipare a tale intervento poteva essere interessante e d’aiuto a comprendere meglio e consolidare argomenti già trattati e di estrema attualità.
Per introdurre il dibattito si è fatto riferimento all’Antropocene, età geologica successiva all'Olocene, in cui il principale agente geomorfologico è l’uomo, che rappresenta l’unica specie vivente che ha modificato l’ambiente per adattarlo alle proprie esigenze, anziché adattarsi attraverso i processi di selezione naturale.
Da questo processo sono scaturite numerose conseguenze come il cambiamento climatico, il consumo delle risorse naturali non rinnovabili, la perdita della biodiversità, lo sfruttamento del sottosuolo, che comportano un continuo peggioramento della situazione per la sopravvivenza della specie esistente e che potrebbe generare un ambiente estremamente compromesso per le generazioni future fino a poter diventare nocivo.
La ‘transizione ecologica’ è il processo mediante il quale questa situazione potrebbe essere modificata, ma è importante che vengano combinati diversi aspetti: quello scientifico, sostenibile ed economico.
La scienza, con un approccio multidisciplinare, affronta la complessità di questa sfida proponendo una serie di rivoluzioni scientifiche e tecnologiche che potrebbero portare al rigeneramento delle condizioni ambientali presenti in passato.
Ad argomentare Marcella Bonchio, insegnante di Chimica all’Università di Padova, che espone come uno dei possibili interventi sia la ricerca da lei intrapresa sulla fotosintesi artificiale, premiata con il Premio Lombardia e Ricerca 2021. La proposta si basa sulla ricerca di fonti di energia pulite ma efficienti, che possano essere economicamente sostenibili e proponibili per il futuro, cercando di imitare il processo naturale ma andando oltre i difetti naturali: immagazzinando il sole in un combustibile naturale, avendo così la possibilità di usufruire dell’ energia solare, anche con la luce del sole assente.
In ambito economico, negli ultimi dieci anni i costi derivanti dal cambiamento climatico sono aumentati rovinosamente, si stima infatti che per il 2050 il PIL subirá un calo del 2 o 2,5 % annuo, a causa degli ingenti costi sostenuti per stress infrastrutturale, vie di comunicazione bloccate dal traffico, innalzamento, riscaldamento e acidificazione delle acque, patologie legate a stress termico, debolezza, siccità per l’agricoltura e inoltre un cambiamento repentino del clima comporterebbe perdite nel settore del turismo.
É evidente come i costi della transizione ecologica siano un aspetto di fondamentale importanza. Le opportunità che comporta la transizione ecologica sono molteplici: limitare danni, abbassare la probabilità che si producano effetti catastrofici e non reversibili. Sono identificabili anche benefici non imputabili direttamente al contenimento del cambiamento climatico come l’impatto sulla salute, una qualità dell’aria migliore, si possono generare inoltre impatti positivi sull’equità, che potrebbe ridurre la disparità di reddito proprio con la riduzione del cambiamento climatico.
La sfida del cambiamento climatico è strettamente collegata con l’avvento della tecnologia. La Cina e gli USA stanno valutando questo problema in modo serio, investendo particolarmente in questo ambito. L’Italia quindi deve prendere una posizione, capire se agire attivamente nell’evoluzione tecnologica o essere semplicemente un Paese di secondario rilievo.
A questo proposito é da valutare anche come utilizzare le risorse economiche che vengono fornite, evitando i cosiddetti “finanziamenti a pioggia”, trovando un compromesso adeguato per usufruire delle risorse nella maniera più funzionale, efficace ed efficiente.
La sfida posta è di interesse dell’intera collettività, riguarda ogni singolo cittadino e può determinare un miglioramento generale, è parallelamente importante il ruolo degli esperti in materia, che dovrebbero coinvolgere tutti i principali settori inglobati nel cambiamento e da esso influenzato per concordare le strategie vincenti.
Greta Sigon 5^CT
Il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange
12.05.22, ore 18.30, Loggia del Lionello
Giovedì 12 maggio 2022, si è svolto l’incontro dal titolo “il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange”, promosso dal festival Vicino/Lontano nella Loggia del Lionello di Udine. L’incontro è stato moderato da Fabio Chiusi, insegnante di giornalismo e nuovi media all’Università di San Marino, con la partecipazione di Stefania Maurizi, giornalista investigativa e Davide Dormino, artista visivo italiano noto per la scultura itinerante “Anything to say”.
Ho scelto di partecipare a questo intervento perché la storia di Julian Assange mi ha incuriosita molto e mi ha portata a riflettere sulla “doppia morale” dell’Occidente, che da un lato pretende di esportare la democrazia nel resto del mondo, mentre dall’altro contribuisce a seppellire la verità, privando Assange della propria libertà. Questo aspetto è stato toccato durante l’incontro, contestualizzandolo nell’attuale situazione di conflitto tra Ucraina e Russia.
L’incontro era incentrato sulle vicende di Julian Assange, un giornalista e attivista conosciuto per essere il fondatore di WikiLeaks, un’organizzazione senza scopo di lucro che riceve da anonimi documenti coperti dal segreto di Stato, per poi diffonderli. Da dieci anni Assange non dispone della sua libertà, dopo che WikiLeaks ha diffuso documenti segreti di crimini di guerra in Iraq e Afghanistan, mentre i veri responsabili dei crimini di guerra (mai smentiti) non hanno mai pagato un giorno di carcere. Ad oggi Assange è un prigioniero politico a tutti gli effetti: dal 2010 lui e i suoi giornalisti sono protagonisti di un’inchiesta. Inizialmente Assange è stato condannato agli arresti domiciliari, per poi trovare rifugio in un’ambasciata in Ecuador con lo status di “rifugiato politico”. Dopo sette anni di permanenza in Ecuador e una serie di controversie con le autorità del posto, nel 2017 Assange viene consegnato alla polizia di Londra; da allora è detenuto in una prigione di massima sicurezza nel Regno Unito e tra qualche giorno, quasi sicuramente, la ministra inglese Priti Patel firmerà la sua estradizione negli Stati Uniti.
Stefania Maurizi, giornalista d’inchiesta per il Fatto Quotidiano, ha lavorato fin dal 2009 al caso Assange, pubblicando un libro dal titolo “il potere segreto. Perché vogliono distruggere Julian Assange e WikiLeaks”. Con potere segreto, la giornalista intende il potere che non è visibile, che si muove coperto dal segreto di Stato e che non è conosciuto dall’opinione pubblica.
Alla domanda di Fabio Chiusi “cosa si potrebbe fare per aiutare Julian Assange?”, Stefania risponde che Reporters Sans Frontières, un’organizzazione per la protezione dei giornalisti e la libertà di stampa, ha organizzato una petizione per la ministra Priti Patel, affinché non firmi l’estradizione. È necessario quindi firmare la petizione, affinché le autorità britanniche abbiano una percezione della pressione dell’opinione pubblica. Se la ministra firmasse l’estradizione, Assange sarebbe condannato a 175 anni di carcere negli Stati Uniti; con Assange, sarebbero condannati anche il giornalismo e la libertà di stampa, che il Regno Unito in questo caso non ha mai tutelato concretamente.
Stefania Maurizi sostiene inoltre che l’opinione pubblica non riesca a percepire la gravità e l’importanza della situazione di Assange perché, trovandosi in un regime democratico, tutto è stato fatto in modo “pulito”, usando la legge. L’unica arma a difesa di Assange è la pressione dell’opinione pubblica, tramite l’organizzazione di dibattiti, convegni e proteste pacifiche.
Nel corso dell’incontro è emersa l’importanza dei casi come quelli di Assange al giorno d’oggi, anche nell’ottica del conflitto tra Ucraina e Russia. L’Occidente si scaglia da sempre contro la democratura russa di Putin, condannando la censura e le limitazioni di libertà imposte alla popolazione, ma il caso di Assange si rivela un ulteriore elemento di propaganda in mano a Putin, che condanna l’Occidente per lo stesso motivo, facendogli perdere credibilità.
Durante l’incontro è stata fatta una parentesi sull’opera di Davide Dormino, dal titolo “Anything to say”. Si tratta di una scultura itinerante in bronzo, che raffigura Chelsea Manning, fonte dei documenti diffusi da WikiLeaks, Edward Snowden, segnalatore di illeciti da parte degli Stati Uniti e infine Julian Assange. I tre attivisti sono stati raffigurati in piedi su una sedia a grandezza naturale; alle tre sedie, Davide ne ha affiancata un’altra vuota, al fine di coinvolgere le persone a cambiare prospettiva e prendere posizione. L’artista si è interessato alla vicenda di WikiLeaks tramite contatti con un giornalista statunitense e ha deciso di agire sia come artista che come attivista, mettendo a disposizione la sua arte come strumento per percepire la realtà in modi diversi; da sette anni l’opera gira le piazze del mondo.
L’incontro ha rispettato pienamente le aspettative che mi avevano portata a sceglierlo. È stata un’occasione per aprire gli occhi sulla realtà, grazie all’intervento di persone che hanno lavorato a stretto contatto con Assange. È stata inoltre un’opportunità importante per riportare all’attenzione pubblica la storia di Assange e fare concretamente ciò che Stefania Maurizi auspicava, ovvero rendere consapevole l’opinione pubblica.
Julian Assange - processo al giornalismo (Presa DIretta - Rai3)