Giornalino d'Istituto: Young ECOnomy STAR


Caro lettore,

Questo giornalino nasce per promuovere le iniziative e i progetti attuati nel nostro Istituto il  nome “Young ECOnomy STAR” dove STAR sta per “Sia Tur Afm Rim” cerca di raccogliere tutti noi; ECOnomy si ispira all’indirizzo economico del nostro Istituto ma anche all’ECO che deve fare un giornale.

Il titolo può anche essere letto sotto un altra luce, traducendolo in “Giovane stella dell’economia”.

A seguito dell’emergenza da Coronavirus, che stiamo vivendo, il giornalino si occuperà di trattare vari temi di attualità, visti dagli studenti.

La redazione è composta, per il corrente anno scolastico, da otto studenti: Martina Baisero, Alessandro Cecotti, Marco Corrado, Nick Della Mora, Mina Granzini, Francesco Palermo, Anna Previt e Giusi Stimoli.

Buona lettura!

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Lettera ai nuovi compagni delle classi Prime

Udine, 05 settembre 2020

 

Cari compagni,

dopo numerose incertezze l’anno scolastico sta per partire; si prefigura come complesso sotto molti punti di vista, primo tra tutti la situazione venutasi a creare dopo lo scoppio della pandemia che per mesi ci ha tenuti chiusi in casa.

La prima superiore è di sicuro una delle classi più difficili da affrontare: per alcuni il divario con le scuole medie si fa sentire.

Per affrontare l’anno in modo sereno ci vogliono molto impegno e dedizione, ma la scuola non è soltanto il luogo dell’istruzione, è anche un luogo nel quale fare nuove conoscenze e riscoprire se stessi, un luogo dove apprendere non solo nozioni ma anche delle vere e proprie lezioni di vita.

L’inizio delle scuole superiori segna un profondo cambiamento della vostra vita, non solo in ambito scolastico: per molti arriveranno nuove responsabilità e nuove concessioni che segnano l’inizio dell’ingresso nel “mondo degli adulti”.

Lo Zanon è una grande famiglia, capace di accogliere tutti e di donare grande affetto, entriamo in questa famiglia da ragazzi e ne usciamo adulti.

Vi auguriamo un futuro brillante, ricco di soddisfazioni e di riuscire a realizzare i vostri sogni.

Buon anno scolastico a tutti!

La redazione del giornalino d’Istituto

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Ricominciare

La parola d’ordine delle ultime settimane è ricominciare. Questa urgenza è motivata da molteplici fattori psicologici, economici e familiari o, più precisamente, sociali.

Questi mesi di clausura hanno stravolto i nostri ritmi e messo in crisi le nostre sicurezze; un altro pericoloso contagio si è diffuso fra noi: quello della paura. La paura dà corpo alle ombre, rendendoci depressi e porta a idealizzare il passato, rendendoci nostalgici. In questo modo il “come eravamo” assume sempre di più i tratti mitizzati di un’epoca d’oro cui si spera di tornare il prima possibile.

Sta qui il pericolo: sperare di tornare come prima, cancellando tutti i benefici che, al prezzo di disagi e sofferenze, dovremmo aver conquistato. Così ricominciare potrebbe diventare sinonimo di restaurare, operazione difficile perché, come diceva il don Camillo di Guareschi, «indietro non si torna».

Dobbiamo guardare con occhio critico a quell’epoca d’oro che ha senz’altro favorito la diffusione di questa pandemia. Dobbiamo considerarne con attenzione le ripercussioni sociali, che hanno messo in evidenza incredibili potenzialità e avvilenti miserie, capacità di singoli e difficoltà di istituzioni non sempre attrezzate per fronteggiarla.

Perché il ricominciare sia un inizio, dobbiamo capire da cosa vogliamo ripartire: il “come prima” ci riporterebbe indubbiamente a dove siamo adesso.

Ricominciare da nuove consapevolezze ci porterebbe ai blocchi di una partenza intelligente che, ponendosi degli obiettivi precisi, individua percorsi nuovi e mette il cartello di divieto a stili di vita che hanno mostrato il loro limite.

Saremo così intelligenti da saperlo fare? Non sembra infatti che tale desiderio sia sorretto da una reale consapevolezza del fatto che ricominciare significa tralasciare comportamenti e stili, reinventarli. Lo ha ben espresso in una recente intervista l’economista Serge Latouche: «Spero che qualcosa possa cambiare, ma temo che ritorneremo al business as usual».

Gli storici del futuro daranno un giudizio su questa fase e potrebbero giudicare severamente la nostra incapacità di modificare i nostri stili di vita anche come atto di responsabilità verso le generazioni future. C’è il rischio che a pagare doppiamente lo scotto di questa pandemia siano i bambini e i ragazzi d’oggi, gli adulti di domani. 

F.L.P.

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Lettera ai Maturandi 2020

Nonostante le mille incertezze, le polemiche e le richieste al Ministro dell’Istruzione, anche quest’anno si svolgeranno, come di consueto, gli esami di maturità.

È ormai partito il conto alla rovescia: il 17 giugno si parte con le prove orali, sicuramente, in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo, il Ministero ha mostrato alcune lacune, talora gravi che hanno fatto “cadere” docenti e studenti nell’incertezza.

In questo periodo di “emergenza dentro l’emergenza”, ognuno di noi deve dimostrarsi maturo, adattandosi a quelle che sono delle misure nuove, fuori dall’ordinario.

Giunge quindi il momento di stabilire cosa sia davvero importante e mettersi in gioco, per raggiungere un traguardo.

Negli scorsi anni scolastici abbiamo imparato a mantenere sempre alta la guardia e l’impegno, questo si è rivelato ancora più complesso con la Didattica a Distanza: rinvii, vita sociale annullata e incertezze, ci hanno fatto “perdere il ritmo”.

Eppure, è proprio ora che si riconosce chi è davvero maturo, chi sa organizzarsi e vivere la scuola senza distrazioni e scuse; chi sa riconoscere quali siano le proprie capacità, nonostante il periodo. Allo stesso modo è opportuno riconoscere che attualmente vi siano delle circostanze particolari ed estenuanti.

Vorremo comunque rivolgere un invito a tutti i maturandi: è giusto pretendere che i propri diritti vengano rispettati ma è altrettanto necessario allargare i propri sguardi, comprendendo come le problematiche attuali siano molte e una buona parte di queste non siano appuntabili a nessuno. In tempi di sostanziale normalità la nostra società non è infallibile, ma nelle difficoltà ha sperimentato che essere solidali aiuta a risolvere i problemi. Ognuno deve fare la propria parte: nel nostro piccolo ognuno può fare la differenza, mostrando capacità e adattandosi. 

Possiamo mostrarci maturi ancor prima di essere esaminati dalla nostra commissione!

Buona fortuna!

 

Alessandro Cecotti, Marco Corrado, Giusi Stimoli, con l’aiuto di Francesco Palermo.

 

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#lascuolanonsiferma

“In fondo costretti a casa avvertite, molti forse con sorpresa, che la scuola vi manca” queste le parole del Capo dello Stato, Sergio Mattarella in un messaggio per il progetto #lascuolanonsiferma.

In questo momento di pandemia, tutti noi ci sentiamo smarriti, ci mancano le nostre abitudini e anche andare a scuola, una cosa che non avremo mai pensato prima d’ora, non avremo mai pensato che, citando il Presidente della Repubblica, uscire per andare a scuola costituisce un esercizio di libertà.

“La scuola non è soltanto il luogo dell’apprendimento, è la vostra dimensione sociale fondamentale, nella quale, assieme al sapere e alla conoscenza, cresce e si sviluppa anche nella relazione con gli altri, con i compagni e con i vostri insegnanti, la personalità di ognuno di voi”.

Dobbiamo trarre, da questo momento di emergenza, degli insegnamenti per il nostro futuro, dobbiamo riflettere sui valori dei gesti che svolgiamo nella nostra quotidianità e renderci conto di come questi gesti possano diventare da scontati a fondamentali per sentirci liberi, per sentirci noi stessi.

Non sappiamo come sarà il mondo alla fine di questa pandemia, ma dobbiamo impegnarci, ognuno nel proprio piccolo, per renderlo migliore, iniziando con il ringraziare tutti gli insegnanti che in questo momento difficile mandano avanti il sistema scuola, adattandosi al cambiamento! A loro va un grande grazie per l’impegno che stanno impiegando per farci sembrare questa situazione il più normale possibile.

 

Francesco Luca Palermo

 

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Didattica a Distanza o Didattica in Presenza?

Uno dei temi più discussi del momento nel mondo della scuola è: meglio la didattica a distanza o la didattica in presenza?

Per porre rimedio alla chiusura delle scuole causata dall’emergenza Coronavirus, è stata attivata la Didattica a Distanza: ogni giorno migliaia di studenti e insegnanti si siedono davanti ad un computer, un tablet e altri dispositivi e si dedicano alle attività che avrebbero svolto in classe.

Questa modalità, però, fa emergere via via sempre più criticità: la DaD da un lato costituisce un’importante opportunità - in quanto non interrompe il processo educativo e contrasta il rischio di isolamento e di demotivazione -, dall’altro tutta la comunità educante si è dovuta confrontare con il mondo dell’informatica, poco conosciuto da alcuni, sia docenti che allievi, specialmente se di scuole elementari e medie. La DaD, inoltre, non permette di avere una relazione vera e propria: durante una lezione in presenza le espressioni parlano per noi studenti, spesso i docenti comprendono dalle espressioni che si dipingono sui nostri volti quanto la spiegazione sia stata efficace, cosa che non può pienamente realizzarsi quando si è dietro uno schermo.

Gli insegnanti si sono dovuti confrontare con se stessi: la DaD, infatti, non consiste semplicemente nel trasportare le stesse cose che venivano fatte in presenza su altri mezzi, ma è ripensare alle stesse finalità utilizzando modelli didattici e tecnologie differenti.

Tra i tratti negativi della DaD c’è anche qualche difficoltà nel confronto tra MIUR e comunità scolastiche, conseguenza del fatto che tutta la comunità scolastica gioca ogni giorno una partita importante. Tra gli argomenti di discussione c’è il possibile rientro a scuola a settembre: metà delle lezioni sarebbe svolta in presenza e metà a distanza, almeno stando a quanto ha affermato il Ministro Azzolina, ricevendo subito molti quesiti in merito, non soltanto dal mondo della Scuola. Le perplessità riguardano il fatto che gran parte delle famiglie non ha a disposizione una buona connessione ad internet: tra infrastrutture di rete ormai obsolete e studenti che sfruttano la funzione “hotspot” dei cellulari come modem, diventa spesso difficile interagire durante le lezioni. Per le famiglie numerose il problema è amplificato, se ci sono anche due, tre figli che devono seguire le videolezioni, magari in contemporanea. Per far fronte al problema il MIUR ha stanziato diversi milioni di euro; l’ultimo stanziamento, risalente al 17 aprile, ha messo a disposizione del sistema scolastico 80 milioni derivanti da risorse PON (Programma Operativo Nazionale), ai quali si aggiungono gli 85 stanziati dal decreto “Cura italia”.

Bisogna tenere conto, poi, degli studenti con DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento): la DaD complica ancora di più le cose per loro, ma anche per i docenti, che sono chiamati ad effettuare una scelta critica tra le infinite proposte per agevolare l’apprendimento dei contenuti da parte degli studenti.

Ritengo che la Didattica in Presenza sia migliore sotto molti punti di vista: sicuramente non comporta così tante complicazioni e facilita di gran lunga le relazioni interpersonali, richiedendo – tra l’altro - una minore mole di lavoro. Certo è che la DaD aiuterà sicuramente anche la DiP, aggiungendo nuovi metodi e risorse a quelli già esistenti, facilitando quindi l’apprendimento dei contenuti: si pensi, ad esempio, alla possibilità di uno studente convalescente di partecipare alle lezioni da casa, senza perdere importanti spiegazioni… Fantascienza o realtà vicina? Questo solo il tempo ce lo dirà.

  

Francesco Luca Palermo

 

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L'acqua non è tutta uguale. Classe 1A-AFM

INTRODUZIONE

L’acqua occupa il 70% del globo ed almeno il 60% del corpo umano, è l’unica sostanza presente in tutti e tre gli stati fisici, si espande congelando, ha un elevato calore specifico (si riscalda e si raffredda molto lentamente), ha una elevata conducibilità termica (trasmette bene il calore) e una anomala tensione superficiale (forma una specie di pellicola sulla sua superficie così forte da sostenere piccoli insetti).

Per definizione l’acqua è un “liquido inodore, insapore e incolore” ma è proprio così?

Abbiamo deciso di fare questo lavoro per far riflettere le persone, informarle e possibilmente cambiare quelle che sono le idee preconcette di chi pensa e si chiede se faccia “meglio” bere l’acqua di rubinetto rispetto all’acqua in bottiglia o viceversa. La risposta non è così semplice poiché alcune persone potrebbero avere problemi a bere acqua con elevato residuo fisso (quantità di sali minerali disciolti in un litro d’acqua fatta evaporare completamente a 180°C, riportato in mg/L) ed in alcuni casi è vero che l’acqua di rubinetto contiene più sali rispetto all’acqua in bottiglia. La stessa situazione vale per altri valori quali: l’anidride carbonica, il calcio e altri minerali.

Matteo Chiarandini 

Cliccando qui, la lettura prosegue nel documento allegato

   

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#IntegriamocInsieme

A scuola come nella vita con lo sport integrato

con lo sport integrato

L'esperienza dello sport integrato ha rappresentato per me l'opportunità di scoprire me stessa e gli altri. Entrare in palestra, così come partecipare agli incontri online, significava entrare in una sorta di rifugio in cui potersi esprimere senza filtri. Era un posto protetto e preservato dalla realtà esterna, che intanto però permetteva di scoprire la diversità e la bellezza del mondo. (V.P., 5^D RIM) 

Si è conclusa anche quest’anno l’esperienza della pallacanestro e della pallavolo integrati presso il nostro Istituto. Mai avremmo immaginato di chiuderlo in videoconferenza, davanti ad uno schermo del nostro PC, distanti l’uno dall’altra, salutandoci senza un abbraccio, senza una grande festa. Dopo un inizio tutti insieme a giocare nelle palestre 1 e 2 del nostro Istituto, ogni mercoledì dalle 13.30 alle 14.30, a febbraio il COVID-19 ci ha travolti, lasciandoci ammutoliti e sconvolgendo le vite di ciascuno di noi. Un silenzio surreale ha avvolto le nostre palestre solitamente chiassose, piene di vita, di abbracci, di risate, di gioia, di impegno e anche di fatiche, ma non ci siamo persi d’animo! Dopo aver interiorizzato cosa stava succedendo, abbiamo reagito, con responsabilità e soprattutto con l’entusiasmo che ci aiuta ad andare “oltre”.  Mai come in questo momento di quarantena avevamo bisogno di sentirci ancora per parlare di “noi”, riflettendo sulla nostra “esperienza inclusiva” e, soprattutto, per proporre e costruire qualcosa per tutti anche in questa nuova situazione. Dare supporto a distanza alle persone e continuità al progetto è stato il nostro primo pensiero, che si è concretizzato creando una “palestra virtuale” di sport integrato con il gruppo di allievi di tutte le classi dello Zanon, che da anni sono i protagonisti di questa esperienza di vita inclusiva. Ogni venerdì, alle 16.00, ci siamo incontrati su G-Meet, all’inizio per comprendere la situazione socio-sanitaria e “chi voglio essere durante il COVID – 19”; successivamente abbiamo analizzato tematiche più vicine a noi: lo sport e le diversità. Al temine del nostro percorso, grazie anche ai rappresentanti degli allievi nel Consiglio d’Istituto - che ringraziamo - i ragazzi hanno aperto una pagina sulla piattaforma Instagram (#IntegriamocInsieme) dove si sono presentati, scrivendo chi sono, cosa fanno e perché hanno scelto di offrire un servizio socio-sportivo. Concludendo, oltre a ringraziare tutti gli allievi che hanno partecipato a questa avventura, ci riteniamo molto fortunati nell’aver visto crescere dei giovani che nel tempo saranno adulti responsabili, perché capaci di capire e aiutare le fragilità umane.

proff. Elena Gianello e Giuseppe Vacca

 

Così come abbiamo iniziato il nostro articolo, vorremmo concluderlo, riportando alcuni pensieri di giovani che hanno scelto e vissuto la strada dell’inclusione attraverso il nostro progetto d’Istituto:

Educare con il cuore e il sorriso. (I.B., 5^A TUR)

Se mi chiedessero di descrivere lo sport integrato, direi che è un'esperienza unica, perché permette di crescere a livello umano e allo stesso tempo consente di divertirsi. Ho partecipato all’attività di sport integrato per due anni e in entrambi gli anni mi sono divertita e ho conosciuto nuove persone.  All’inizio del percorso avevo il timore di non essere all’altezza di partecipare a questa attività, ma grazie ai proff. e ai ragazzi ho immediatamente capito che è sufficiente essere se stessi e aver voglia di aiutare gli altri per vivere un’esperienza unica. Questo secondo anno è stato differente ma sempre intenso, perché, nonostante l’epidemia, il gruppo dello sport integrato ha continuato a collaborare, rimanendo sempre unito. (A.B., 5^E RIM)

L’esperienza di sport integrato è stata sicuramente una grande opportunità di crescita personale. Erano già due anni che esprimevo il desiderio di parteciparvi, ma non ero mai pienamente sicura di essere all’altezza della situazione e delle persone che avrei dovuto incontrare, covando il timore di poterli far sentire diversi o di sentirmi inappropriata. Quest’anno ho sentito la necessità di intraprendere tale percorso, non per avere un credito scolastico, ma per una maggior consapevolezza di me stessa e per mettermi alla prova ora, nel presente, per saper affrontare situazioni o persone “diverse” nel futuro, ma speciali e uniche nel loro genere, senza il minimo imbarazzo. Organizzare eventi e attività rivolte a chi ha bisogno di una mano in più deve essere un obbligo per ogni regione e parteciparvi deve essere un piacere per ogni cittadino. (G.D.G., 5^E RIM)

Tempo fa avevo salvato una frase che mi piaceva molto e che credo sia perfetta per l’occasione. La frase dice: “Il rispetto è l’apprezzamento della diversità dell’altra persona, dei modi in cui lui o lei sono unici.” (Annie Gottlieb). Penso che descriva molto bene lo scopo del nostro progetto. (S.A., 4^D RIM)

 

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 young economy star biglietto